Tante donne potranno finalmente aprire le ali e spiccare il volo verso la libertà, mettendosi alle spalle storie di soprusi e violenza

Un contributo concreto che va oltre le parole di circostanza e definisce invece un percorso virtuoso che accompagni le vittime di violenza verso l’uscita di sicurezza. È quello che la Regione Lazio, su spinta del consigliere regionale Emanuela Mari (Fratelli d’Italia), sarà in grado di dare attraverso l’avviso pubblico sul Contributo di Libertà. 

Come spiega il consigliere Mari, “il Contributo di Libertà è uno strumento indispensabile per la ripartenza economica e sociale delle donne nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza. In questo strumento la Regione Lazio ha dimostrato di credere fortemente, tanto da attribuire, con una determinazione dell’area Famiglia e Pari Opportunità, la cifra di un milione di euro da mettere a disposizione sul territorio. Attraverso LAZIOcrea, tali fondi andranno a finanziare l’erogazione del Contributo di Libertà mediante un avviso pubblico a sportello rivolto alle donne segnalate dai Centri antiviolenza, dalle Case rifugio e dalle Case di semiautonomia operanti sul territorio della Regione Lazio”. 

Ringrazio tutta la giunta Rocca e gli uffici per aver dato seguito in maniera tempestiva e concreta alle nostre sollecitazioni. Ho partecipato in queste settimane a numerosi incontri con magistrati, professionisti forze dell'ordine e operatori del settore e tutti mi hanno confermato la forte necessità di strumenti reali per combattere quella che anche il Governo ha riconosciuto essere diventata una emergenza. L’impegno per la donna, quindi, trova in questo stanziamento un momento significativo, perché consentirà alle vittime di atti di violenza di raggiungere quell’indipendenza che, in particolare per coloro che provengono da nuclei monoreddito, non avrebbero altrimenti potuto avere. Così tante donne potranno finalmente aprire le ali e spiccare il volo verso la libertà, mettendosi alle spalle storie di soprusi e sevizie”, conclude il consigliere Mari.

 

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